PUPA PIPPIA
COMING OUT
Avere una memoria non dà a chiunque orgoglio narrativo. Non a Pupa Pippia. Un blog è una cosa: gettare contenuti nella rete è lecito in quanto prassi invalsa, democrazia del pensiero di cui erano privi Charles Bukowski, John...
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PUPA PIPPIA
COMING OUT
Avere una memoria non dà a chiunque orgoglio narrativo. Non a Pupa Pippia. Un blog è una cosa: gettare contenuti nella rete è lecito in quanto prassi invalsa, democrazia del pensiero di cui erano privi Charles Bukowski, John Fante o Alda Merini, il primo chiuso a casa, il secondo pressato dall’editore, la terza in manicomio a raccogliere le idee. Qui applichiamo la norma costituzionale pedissequamente, e ne esce una libertà di parola incolta. La rete, bidone per la letteratura da grafici, consente a Bukowski la diretta - nervi a pezzi - mentre fracassa bicchieri contro il lavandino; ma lo rende solo un ubriacone come un altro. Per esteso: letteratura di non scrittori ambiziosi questo “Coming Out”, introduzione, con brevissimi spezzati, nel mondo dell’omosessualità. Ma la scrittura è scarna, le storie - prese dall’esperienza della barista- non hanno espressione e sono teste tagliate al punto del corpo calloso, un cervello diviso che disorienta l’emisfero sin
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